the_birds

Sono state date diverse interpretazioni al capolavoro di Hitchcock (originale: The Birds, 1963). Non pretendo certo di dire l’ultima parola, ma solo di darne la mia lettura personale.

Resta inteso che non c’è una ragione definitiva e precisa per i fatti, o un elemento scatenante facilmente identificabile.
Si ricorderà che l’inizio del film si svolge a New York, quando Tippi Hedren entra in un negozio di animali.  E già lì la sua attenzione è attratta dall’insolito chiasso che fanno i gabbiani sull’Hudson. Il che lascia l’alone del dubbio alla fine… e se la follia degli uccelli, dopo l’isola, si estendesse anche al resto del pianeta?…
Penso che lo scopo della trama sia instillare l’inquietudine che nasce da uno stravolgimento di ciò che reputiamo normale: in questo caso, l’aspettarci che gli uccelli siano pressoché innocui, e che la natura sia sempre prevedibile.
In questo senso ricordo più di un esperimento letterario e cinematografico.  Un esempio che mi colpì molto fu un racconto pubblicato da Urania negli anni ’70 (allora era una rivista di prim’ordine) e che ricordo singolarmente bene, ecco la copertina dell’inarrivato Karel Thole.
In quel caso erano le pecore australiane a impazzire… e vista la predominanza numerica, a rendere l’isola un inferno senza scampo.
Tralascio il filone cinematografico con api e formiche assassine… ovviamente trash.
urania

giugno 2016