Non si possono contare le volte che New York è apparsa in una pellicola, semplicemente impossibile. Ma se doveste chiedermi che film mi vengono in mente, dove la città è non solo palcoscenico ma anche vera protagonista, risponderei:
- Manhattan (Woody Allen, 1979) una città in bianco e nero, che il regista tratteggia con amore. La Rapsodia in Blu di Gershwin sembra la sola colonna sonora possibile di questa sequenza.
- La 25ma ora (25th Hour, Spike Lee, 2002) Più di vent’anni dividono questo bellissimo film, considerato da molti il migliore di Lee, da quello di Allen. Un’altra New York, un altro millennio. Ricordiamoci che è il primo film ambientato a New York dopo l’11 settembre, e il primo a mostrare il Ground Zero. Almeno due sequenze memorabili da ricordare.
> I titoli di apertura, con una città ancora ferita, cupa e solenne, smagliante e funerea al tempo stesso. Personalmente, avendo visto la città diverse volte prima del 2001, devo dire che la prima volta che vidi i fari che proiettavano i “fantasmi” delle torri gemelle nella notte ebbi davvero un colpo al cuore.
> Il giustamente famoso monologo, completamente e volutamente politically incorrect, che in lingua originale rende di più, e quindi allego tutti e due gli spezzoni – anche perché quello in italiano salta la parte finale, quando l’immagine allo specchio di Monty (il bravissimo Edward Norton) risponde alla cinica invettiva del suo doppio in tono sconsolato: “No. No, fuck you, Montgomery Brogan. You had it all and then you threw it away, you dumb fuck!”
dicembre 2016
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