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Questa pellicola del 1932 è stata da subito considerata morbosa e “proibita”, suscitando polemiche, dibattiti, e drastica censura. Anche a distanza di tanto tempo, e con la sensibilità degli spettatori molto cambiata e ormai adusa a ben altri orrori veri e fittizi, conserva tuttavia una forte carica emotiva.

Il termine “freak” ha nel tempo assunto diversi significati. Il più comune, e quello che si applica in questo caso, è difficilmente traducibile in italiano con una sola parola, e indica in modo abbastanza crudo uno scherzo di natura, un fenomeno da baraccone, un “mostro”.

Nel film i protagonisti sono per la più parte “mostri” veri, le cui autentiche gravissime disabilità costituiscono l’attrazione del circo dove lavorano.

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Il plot – funzionale alla tesi di fondo, che gli esseri cosiddetti normali sono in realtà più mostruosi dei “mostri” – vede Cleopatra, una bellissima acrobata, sposare il nano Hans per i suoi soldi, e cercare poi con l’amante Ercole (l’uomo forzuto del circo) di ucciderlo per ereditare.

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Scoperti dai freaks, la vendetta sarà terribile. In una notte “buia e tempestosa” (alla Dumas) i freaks aggrediscono i due amanti diabolici, mutilandoli e riducendoli a loro volta in “mostri”. Alla bellissima Cleopatra vengono tagliate le gambe, cavato un occhio, mozzata la lingua e deturpate le mani. Gli spietati proprietari del circo la esibiranno come donna-gallina, in grado solo di dondolarsi sulle braccia e di emettere un unico chiocciante verso.

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Ercole subisce una fine altrettanto agghiacciante: castrato dai freaks, si esibisce con voce da falsetto. Questa scena finale venne però tagliata, e sostituita da una più generica e imprecisata morte per mano dei freaks.

Come si può immaginare, il film fu molto contestato ed ebbe alterne vicende. Le anteprime suscitarono un vero furor di popolo, con spettatori colti da malore e violentissime proteste. Le critiche ufficiali furono feroci. Browning fu costretto a tagliare mezz’ora di pellicola (ormai irrimediabilmente perduta), tra cui appunto la scena dell’evirazione di Ercole, e da allora in poi Hollywood gli chiuse le porte.
Il veto alla proiezione, più o meno esplicito, durò fino a tempi sorprendentemente recenti. Dopo un oblio durato decenni, il film venne recuperato in occasione del festival di Cannes del 1962.  In Italia venne trasmesso su Rai Tre solo nel 1983, e anche in quel caso nella serie “Fuori orario” presentata dal bravo Enrico Ghezzi, e programmata a tarda ora.

Ciò detto, vale la pena soffermarsi sulle ragioni – sia della produzione che del regista – per voler girare un film che non poteva non suscitare forti reazioni. In quel periodo gli horror andavano per la maggiore, e la MGM ritenne che un film naturalista in quel filone avrebbe avuto successo. Browning aveva girato una versione di Dracula, e venne scelto per questa novità.
Il regista tratta i cosiddetti “mostri” con compassione e persino simpatia, ne sottolinea l’umanità di fondo, non diversa e per molti versi forse migliore di quella degli esseri considerati normali.
Va detto che Browning attinse ispirazione, almeno parziale, dalla sua esperienza personale: fuggito di casa a soli sedici anni, si unì ad un circo viaggiante, coprendo diversi ruoli, ed ebbe occasione di venire a diretto contatto con la realtà dei disabili esibiti come numeri di attrazione.

La protagonista Olga Baclanova (Cleopatra) ha condiviso on-line diverso materiale interessante su questa pellicola, che – pur controversa – le diede notorietà. Sono disponibili:

 5 gennaio 2017