Non so quante volte avrò visto questo finale, e tutte le volte piango. Ridete pure, se volete.
City Lights è del 1931, ma non risente del passare del tempo: evidentemente, tocca corde che sono ancora vive in noi. La fioraia cieca che il Vagabondo ha restituito alla vista e al benessere a costo, per lui, della prigione, crede che il suo benefattore sia un ricco filantropo. Non immagina nemmeno lontanamente che sia quell’omino sgangherato e buffo.
Questa scena, che sembra così spontanea, è stata invece girata numerose volte. Chaplin era un perfezionista, e voleva ottenere il preciso effetto che aveva in mente. Questo lo portò ai ferri corti con la protagonista, l’attrice Virginia Cherrill, che Chaplin addirittura licenziò dal set proprio durante le riprese finali, anche se solo temporaneamente.
Il film fu da subito un successo. Un simpatico aneddoto sulla premiere: Chaplin vi partecipò a fianco di Albert Einstein, e al loro ingresso tutto il pubblico si alzò ad applaudirli. Il grande regista commentò: “Vede, applaudono me perché mi capiscono tutti; applaudono lei perché non la capisce nessuno”.
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9 marzo 2017
19 marzo 2017 at 19:52
piangere come vitelli per questa scena è obbigatorio. è uno dei capolavori assoluti del cinema
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