Krazy Kat è uno di quei fumetti rari e ormai dimenticati, ma secondo me di notevole livello, che videro la luce negli USA nel fecondo periodo fra le due guerre mondiali.
La striscia era ideata e disegnata da George Herriman, che la pubblicò sul New York American Journal dal 1913 al 1944.

Per apprezzare Krazy Kat, occorre calarsi nell’atmosfera surreale nella quale è ambientato il fumetto. La fittizia Contea di Coconino in Arizona ospita Krazy Kat, un gatto o una gatta (il genere non è specificato, e a volte viene definito un lui, a volte una lei), il suo antagonista il topo Ignazio, e l’agente di polizia Bull Pupp. Vi sono poi vari personaggi di contorno.

Krazy Kat adora il topo Ignazio, che da parte sua invece cerca continuamente di colpirlo con dei mattoni. Dato però che l’amore è cieco, Krazy Kat interpreta le mattonate come segni di amore ripagato. L’agente Pupp cerca di arginare le malefatte del topo Ignazio, e lo arresta tutte le volte che può.

Naturalmente, letta così, la vicenda sembra non solo assurda, ma sciocca. Ma il clima surreale, quasi lunare, delle varie strip, danno loro un tocco magico. Krazy Kat (che nella traduzione italiana è quasi sempre un “lui”) è svagato, vive in un mondo tutto suo, gira con un parasole, è simile – come ebbe a dire il suo creatore – a un folletto o un elfo. Il topo Ignazio lo odia, ma allo stesso tempo non può fare a meno di lui, e in effetti cosa sarebbe la sua vita senza Krazy Kat da prendere a mattonate?
Herriman pubblicò la striscia per trent’anni senza mai diventare monotono e ripetitivo, e suscitando apprezzamenti e critiche favorevoli, anche da personaggi di spicco come il poeta Edward Cummings, che addirittura ne scrisse dei saggi.

Per rendere in qualche modo la svagatezza del personaggio, nella traduzione italiana Krazy Kat parla con la erre moscia.

La violetta (adoro questa strip!)

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26 marzo 2017