Credo che sia la scena che è rimasta più impressa a tutti quelli che hanno visto il film. Per chi non l’avesse visto, in breve:  è la vera storia di Wladyslaw Spilzman, pianista a Varsavia presso la radio nazionale polacca negli anni ’30. A seguito dell’invasione nazista della Polonia, Spilzman e la sua famiglia vengono deportati. Solo Wladyslaw riesce a rimanere in città, nascosto. A seguito della insurrezione cittadina, la città viene letteralmente rasa al suolo. Wladyslaw, ridotto a una larva dagli stenti, trova rifugio in una casa diroccata dove, miracolosamente, è rimasto un pianoforte intatto. Un ufficiale tedesco, appassionato di musica, frequenta la casa per suonare il piano, e i due si incontrano. A questa scena emozionante aggiungo solo qualche nota personale: sono stata tre mesi a Varsavia, e ho visitato il bel museo dell’insurrezione, che consiglio caldamente. Le riprese dall’alto della città dopo la liberazione sono impressionanti: Hitler non tollerò il tentativo di ribellione dei cittadini, e davvero della città – un gioiello medioevale – non rimase pietra su pietra. Le armate sovietiche, che pure erano alle porte, non diedero alcun aiuto, e gli Alleati non vollero intervenire per motivi politici. La popolazione venne lasciata completamente sola e dovette alla fine arrendersi, con tragiche conseguenze che non risparmiarono nessuno, compresi i molti bambini, ai quali è dedicato un memoriale cittadino. Un discorso a parte meriterebbe l’insurrezione del ghetto ebraico di Varsavia: basti ricordare che il 93% degli ebrei polacchi perì nei campi di concentramento.

Nota: il video si può visionare solo su YouTube,  seguite il link che compare nello schermo. Altre Scene famose sono disponibili alla pagina Cinema.

13 aprile 2017