“Zio Tibia” era la versione italiana, pubblicata nella collana Oscar Mondadori, della rivista statunitense “Creepy”.
I volumetti uscirono tra gli anni sessanta e settanta, erano tutti fumetti in bianco e nero, di vari disegnatori, che narravano storie horror, con alcune intrusioni di fantascienza qua e là. Non ne uscirono molti: “Le spiacevoli notti di Zio Tibia”, “Zio Tibia colpisce ancora”, “Mezzanotte con Zio Tibia”, e “Nella cripta con Zio Tibia”, ma bastarono a creare un genere e a farsi ricordare da generazioni di ragazzi (e di adulti).
Zio Tibia, un vecchio scheletrico, dalla pelle verdastra e l’aspetto sinistro, era il personaggio che faceva da collante fra le varie storie, che spesso erano tratte da autori di tutto rispetto: Edgar Allan Poe, Ray Bradbury, Edward Benson, Ambrose Bierce. La versione in fumetto era solitamente fedele alla trama originale, ed erano sempre storie originali e intriganti. L’approccio era quasi sempre di guardare la realtà quotidiana tra le sue pieghe, di ambientare storie terrificanti e ultraterrene in contesti normali.
Ricordo per esempio un episodio dove un disegnatore di fumetti ormai fallito diventava vittima del suo stesso mondo di fantasia e del suo personaggio di punta, un coniglio. E un attore di film horror, che interpretava un personaggio sul tipo mostro di Frankenstein, che subiva suo malgrado un trapianto di corpo e si trovava nei panni di un mostro autentico. Ma vi erano anche diversi racconti di Ray Bradbury e Arthur Clarke, celeberrimi autori di fantascienza, trasposti efficacemente in fumetti a volte veramente belli dal punto di vista artistico e grafico.
15 aprile 2017
15 aprile 2017 at 9:39
no, vabbè, mi stai facendo commuovere… e te lo ricordi a italia uno quando introduceva la serata horror del venerdì? qualche volta chiamo i miei figli ‘piccole amebe putride’ e non sanno perché 😀
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15 aprile 2017 at 11:20
Come no! E il “piccole amebe putride” è entrato nel lessico familiare insieme a citazioni da “Frankenstein junior” e altri classici. Credo che a volte chi ci sente ci pigli per pazzi.
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30 aprile 2017 at 16:55
eh…li ho in cantina e ogni tanto li rileggo con rinnovata curiosità. senza vegogna : mi hanno fatto conoscre e.a.poe. pensare che mia mamma mi diceva di non leggere i fumetti… ho divorato di tutto e ne son felice, e ripagato!
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14 agosto 2017 at 16:30
Ho anch’io un Zio Tibia Oscar… facevano paura ma che grandi disegnatori…
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14 agosto 2017 at 19:02
Sono d’accordo, e all’epoca copiai diverse strip con le mie fide Kohinoor 🙂
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