ziotibia

“Zio Tibia” era la versione italiana, pubblicata nella collana Oscar Mondadori, della rivista statunitense “Creepy”. 

I volumetti uscirono tra gli anni sessanta e settanta, erano tutti fumetti in bianco e nero, di vari disegnatori, che narravano storie horror, con alcune intrusioni di fantascienza qua e là.  Non ne uscirono molti: “Le spiacevoli notti di Zio Tibia”, “Zio Tibia colpisce ancora”, “Mezzanotte con Zio Tibia”, e “Nella cripta con Zio Tibia”, ma bastarono a creare un genere e a farsi ricordare da generazioni di ragazzi (e di adulti).

Zio Tibia, un vecchio scheletrico, dalla pelle verdastra e l’aspetto sinistro, era il personaggio che faceva da collante fra le varie storie, che spesso erano tratte da autori di tutto rispetto: Edgar Allan Poe, Ray Bradbury, Edward Benson, Ambrose Bierce. La versione in fumetto era solitamente fedele alla trama originale, ed erano sempre storie originali e intriganti. L’approccio era quasi sempre di guardare la realtà quotidiana tra le sue pieghe, di ambientare storie terrificanti e ultraterrene in contesti normali.

Ricordo per esempio un episodio dove un disegnatore di fumetti ormai fallito diventava vittima del suo stesso mondo di fantasia e del suo personaggio di punta, un coniglio. E un attore di film horror, che interpretava un personaggio sul tipo mostro di Frankenstein, che subiva suo malgrado un trapianto di corpo e si trovava nei panni di un mostro autentico. Ma vi erano anche diversi racconti di Ray Bradbury e Arthur Clarke, celeberrimi autori di fantascienza, trasposti efficacemente in fumetti a volte veramente belli dal punto di vista artistico e grafico.

15 aprile 2017