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Questo mitico fumetto ha accompagnato ragazzi e adulti negli anni ’70 con dissacranti, innovative storie piene di ironia. 

Gli autori erano Magnus&Bunker, al secolo Roberto Raviola (Magnus, vignettista di classe) e Luciano Secchi (Max Bunker, fumettista, scrittore e giornalista).

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L’esordio, nel 1969, non riscosse il successo sperato dai due autori: il fumetto era diverso da qualunque altro, innovativo, un genere completamente a parte.

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Fortunatamente la casa editrice Corno (che per prima pubblicò le storie in un inconfondibile formato tascabile, in bianco e nero, con due grosse vignette per pagina) diede fiducia al progetto, e lentamente i riscontri arrivarono. Il successo vero lo si ebbe dopo circa un anno, con l’ingresso del personaggio di Superciuk.

Magnus abbandonò la serie nel 1975 per perseguire altri progetti. Dopo di allora, vari disegnatori si avvicendarono, e il fumetto arrivò fino agli anni 2000.
Per me però, il periodo d’oro, l’autentico Alan Ford che amo ricordare, e di cui so a memoria battute intere, si ferma con Magnus.
Per chi conosce il plot e i personaggi la carrellata che segue è probabilmente superflua, ma forse anche ai fan farà piacere ripercorrere una serie così particolare e unica.

Ambientazione e retroscena

Il fumetto è ambientato a New York. Ma una New York che di statunitense ha proprio ben poco. La psicologia dei personaggi, il loro approccio, sono molto ma molto vicini alla realtà italiana del periodo, e ovviamente questo strano contrasto fa parte dell’elemento comico.
Il micro-cosmo intorno al quale ruotano le vicende narrate è il “gruppo TNT”, una sgangherata sedicente formazione governativa segreta che fa capo ad uno strano vegliardo in carrozzella chiamato “Il Numero Uno”.  I componenti del gruppo sono tra i più bizzarri e variegati che si possano immaginare, e – ben lungi dal godere di risorse e sovvenzioni dall’Intelligence della quale dovrebbero far parte – tutti si devono districare fra difficoltà finanziarie di ogni tipo. Anzi, per la verità il gruppo è sempre alle prese con problemi pecuniari, e i membri del team non mancano mai di cercare di combinare le missioni segrete con qualche espediente per racimolare denaro.

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Il gruppo ha sede in un fatiscente sottoscala privo di ogni comodità, e di volta in volta usa diverse attività di copertura, delle quali la principale è un negozio di fiori, che solo in un numero, nel periodo sotto Natale, vede una certa affluenza di clienti.

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Il contesto sociale è fortemente ironico, disincantato, e molto critico: i ricchi sono ricchi a tutto tondo, sprezzanti, arroganti, e spesso ignoranti al cubo.

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Di contro, i poveri non sono per niente visti con simpatia, anzi: anche peggio dei ricchi, sono abietti, disonesti, e – come recitava il titolo di un film dell’epoca – “brutti, sporchi e cattivi”.

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Alan Ford

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Il fumetto prende il nome dal suo protagonista principale, ma sarebbe errato pensare che si tratti di un super-eroe o di uno spericolato agente segreto. Tutt’altro! Alan è un grafico pubblicitario di bell’aspetto (Magnus dichiarò che per il viso prese spunto dall’attore irlandese Peter O’Toole,  “Lawrence d’Arabia”), vestito estate e inverno con pantaloni e dolcevita neri.
Per un equivoco, viene scambiato per un agente di rimpiazzo del gruppo TNT, del quale finisce poi per far parte in pianta stabile.

Alan è imbranato, ingenuo, perennemente innamorato della ragazza sbagliata, fondamentalmente onesto e buono (il che gli causa spesso conflitti con la sua attività di agente segreto) e, al pari di tutti gli altri colleghi del gruppo TNT, sempre a corto di soldi.

“Il Numero Uno”

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Il capo del gruppo TNT non ha altri nomi, e ci si domanda se sia nato già vecchio e in carrozzella. I suoi agenti gli si rivolgono con “Eccellenza”.

Comanda il suo team con pugno di ferro, e pare conosca tutti e sappia tutto di tutti. Famoso è il suo taccuino nero, che pur essendo di dimensioni modeste è meglio di un dossier della CIA: ogni volta che lo sfoglia, il diabolico vecchio è in grado di snocciolare su chiunque notizie segrete, trascorsi inconfessabili, precedenti penali, parentele imbarazzanti, etc.
Naturalmente, si tratta di un’arma formidabile per tenere a bada qualunque interferenza alle attività super-segrete del super-segretissimo gruppo.

L’età del Numero Uno è un altro enigma. Spesso riporta conversazioni e ricordi legati a personaggi famosi ormai defunti da tempo, e dà di molti eventi storici importanti – ai quali sembra aver partecipato direttamente – versioni molto personali.

Il Conte Oliver

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E’ un nobile inglese decaduto, dedito allo scippo e al furto con destrezza (ma sempre con classe), e valido elemento del team.
Ha dovuto lasciare la natìa Inghilterra per non meglio chiariti problemi con le autorità del paese, ma ama spesso ricordare i suoi passati splendori.
Veste sempre con un tight sdrucito e una bombetta, molto British, ma il tutto malandato e rattoppato. Nel complesso riesce comunque a porsi con una signorilità che fa spesso effetto, specie nei confronti dei nouveau riche dei quali la serie abbonda.

La Cariatide

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Anche in questo caso non vi sono altri nomi per designare questo signore di mezza età, che in teoria dovrebbe essere il braccio destro del Numero Uno, ma che per inettitudine e pigrizia finisce più spesso per coprire ruoli marginali.

Da alcuni accenni colti qua e là si apprende che in passato è stato un impiegato, forse addirittura un capo-ufficio, ruolo del quale cerca di mantenere ancora (invano) una certa distinzione.
In un numero appare anche la moglie (della quale si ignorava l’esistenza fino a quel momento). La gentile signora non è molto femminile, tanto è vero che lavora come scaricatore nei docks cittadini, dove è riuscita a farsi passare per un uomo. Dal loro breve incontro si capisce che era senza dubbio lei a portare i pantaloni in famiglia, anche se non viene chiarito il motivo della loro separazione.

Ha un animaletto porta-fortuna, un criceto che pare essere femmina visto che tutti lo chiamano “la Squitty”. Squitty è perennemente agognata da Cirano (vedi sotto), e viene spesso salvata all’ultimo momento dall’istinto predatore del cane.

Bob Rock

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Basso di statura e dotato da madre natura di un enorme naso (e soffre di entrambi i difetti), perennemente astioso e aggressivo contro tutto e tutti, è però fondamentalmente un brav’uomo, e dotato all’occorrenza di coraggio e spirito di iniziativa. In qualunque stagione, veste una mantellina e un berretto scozzesi.
In un numero si scopre che ha tre fratelli, apparentemente suoi gemelli, dediti alla malavita.

Grunf

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Di origini tedesche, delle quali è testimone la datata tenuta da pilota della Luftwaffe, è l’omologo di “Q” nei film di James Bond. E’, ovvero, l’inventore del gruppo, quello che dota gli agenti di improbabili armi segrete e pericolanti mezzi di trasporto creativi, tutti realizzati con scarsissimi mezzi nel sottoscala dove il gruppo si riunisce.

Non è molto loquace, e non si sa nulla della sua affiliazione al gruppo, o del suo passato.

Geremia

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Come è facile dedurre dal nome, è un vecchietto acido e lamentoso, ma soprattutto afflitto da continui acciacchi. In teoria, è preposto – insieme alla Cariatide – alla custodia del negozio di fiori che funge da copertura al gruppo.
Visto che il negozio è perlopiù disertato dai clienti, Geremia ha tutto l’agio di concentrarsi sui suoi disturbi veri e immaginari.

Cirano

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E’ il cane del gruppo. Si tratta di un Braccus Italicus: lo apprendiamo quando, in un numero, viene iscritto ad un concorso per cani, come copertura ad una delle operazioni super-segrete del gruppo TNT.
Non ha un padrone preciso all’interno del gruppo, e come tutti i suoi compagni umani è afflitto da una fame perenne, causata dalla cronica mancanza di denaro del team.

Superciuk

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Non è parte del gruppo TNT, anzi, il gruppo ne va alla caccia, ma fin quasi dall’inizio diventa un personaggio di spicco della serie.

Nella vita di tutti i giorni è uno spazzino, e come tale sviluppa un astio incontenibile verso i poveri, che sporcano con indifferenza dove lui ha appena finito di pulire. Nei quartieri dei ricchi, invece, tutto è lindo e ordinato. Di conseguenza, si crea una doppia vita: nella sua identità parallela, il disprezzato spazzino diventa Superciuk, la parodia di un eroe della Marvel, che ha come missione di rubare ai poveri per donare ai ricchi.

Il nome stesso Superciuk da solo fa storia: la sua arma segreta è infatti la famosa “fiatata alcolica”, attivata dal consumo di vino in fiasco di scarsissima qualità, e con la quale tramortisce chiunque. Il costume di questo strano supereroe è anche quello degno di nota: scarpe da tennis sdrucite, pantaloni da ginnastica rattoppati, e un corsetto da donna per tenere in dentro il pancione. Gli unici elementi canonici sono i guantoni, la maschera, e l’immancabile mantello.

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6 maggio 2017