Brigitte Trogneux, la moglie di Macron, è di 24 anni più vecchia di lui. La stessa differenza di anni che esiste fra Donald Trump e l’attuale moglie Melania Knavs. Con la differenza – a quanto pare fondamentale, a giudicare dal polverone che ne è scaturito – che Brigitte è una donna.  E la donna più vecchia dell’uomo, e di così tanti anni, eh no, ancora non si accetta, mentre il contrario pare rientrare nell’ordine naturale delle cose. Almeno, io personalmente non ho sentito nessuno sindacare sulla differenza di età fra Trump e signora: battute più o meno scontate su lui che voleva la moglie di rappresentanza e lei il marito danaroso, quelle sì; ma sulla differenza di età, no.

Emmanuel Macron ha voluto dire la sua. “Se Brigitte avesse avuto meno anni di me” ha dichiarato alla stampa “nessuno avrebbe messo in discussione neppure per un secondo il nostro rapporto. Solo perché ha circa 20 anni più di me, molti si sentono autorizzati a dire che si tratta di un amore impossibile”.
A questa dichiarazione, Macron avrebbe potuto aggiungere, senza tema di essere smentito, che il problema vero (anzi, per la precisione, quello che parte della stampa e dell’opinione pubblica sembra considerare un problema) non è tanto la differenza di età in sè, quanto il fatto che sia la moglie a essere più matura, e non il marito.
Durante tutta la campagna presidenziale, la signora Macron è stata una presenza discreta ma costante. La novella “première dame” non pare avere la minima intenzione di sentirsi imbarazzata dalla sua età e dal fatto di avere un marito tanto più giovane (ma che vergogna!). Anzi.
Ricordiamoci che, essendo la Francia una repubblica presidenziale come gli USA, la moglie del presidente di turno non è solo una figura di rappresentanza: è a tutti gli effetti parte inscindibile dell’uomo che è stato eletto, la testimonianza del suo stile di vita, del suo approccio alla vita e alla società, della sua forma mentale.

Sarà interessante vedere come la nuova coppia presidenziale affronterà la sfida. A giudicare dagli esordi, direi che se la caveranno senza impaccio, e chi sa che non contribuiscano a smantellare uno dei capisaldi del sessismo che, ahimè, ancora impera nonostante tutto.
Quello stesso sessismo che ci dice che l’uomo cinquantenne è single ma la donna coetanea è zitella (ebbene sì, è un termine che ancora si usa, altrochè). Che siccome la donna prima o poi fa figli è meglio non assumerla, o se la si assume la si paga di meno (le statistiche dicono il 30% in meno dei coetanei maschi con pari qualifiche). Che una donna presidente (di qualsiasi cosa: dalla Repubblica alla squadretta di calcio parrocchiale) non può saperci fare. E così via, vi lascio riempire a piacere i puntini dopo etc. etc.

Quanto mi piacerebbe che fosse Brigitte presidente, e il marito il “premier seigneur”. Così, tanto “per vedere l’effetto che fa”, come recitava una vecchia canzone di Jannacci, che era più acuta di quello che si pensa. Già vedo i summit USA-Francia, con Brigitte e Donald che parlano di economia mondiale, e Melania and Emmanuel che partecipano agli eventi di contorno, tipo cocktail benefici e visite ai musei.

Il titolo di questo articolo ovviamente parafrasa un film famoso, “Tutti gli uomini del presidente”. Mi auguro che sia di buon auspicio.

Luisa Fezzardini, 16 maggio 2017