Visto che siamo in piena estate, ecco una raccolta di scene (alcune veramente iconiche) dove la spiaggia fa da palcoscenico.

Il pianeta delle scimmie (Planet of the Apes, 1968)

L’astronauta Taylor (Charlton Heston), ibernato per sopravvivere ad una missione spaziale di 700 anni, ritorna su un pianeta comandato da primati parlanti e intelligenti e dove gli uomini, privi di civiltà è incapaci di parlare, sono trattati come esseri inferiori. Solo dopo diverse vicende Taylor capisce infine di essere effettivamente tornato sulla madre Terra, che l’umanità stessa nella sua follia ha devastato, auto-condannandosi alla regressione ad uno stato primitivo.

 

Momenti di gloria (Chariots of Fire, 1981)

Tratto dalla vera storia degli studenti di Cambridge che parteciparono alle Olimpiadi del 1924 di Parigi, il film segue da vicino le vicende di alcuni di loro, rivali in pista, ma accomunati dallo spirito sportivo e dalla fedeltà alla patria e a Dio. La colonna sonora di Vangelis è indimenticabile.

 

Che fine ha fatto Baby Jane? (What Ever Happened to Baby Jane?, 1962)

Rivali nella vita reale durante gli anni d’oro di Hollywood, Bette Davis e Joan Crawford raramente sono state più brave che in questo macabro noir.
Jane (Bette Davis), ex-bambina prodigio che da adulta venne soppiantata sugli schermi dalla sorella Blanche (Joan Crawford), ne provocò la paralisi in un incidente d’auto, o almeno così lei crede.
Le sorelle continuano a vivere insieme, anche se nella mente disturbata di Jane si fa strada la convinzione che Blanche le abbia rubato il successo. La sottopone ad angherie di tutti i tipi, scivolando sempre più nella follia. La situazione precipita, Jane commette un omicidio, e infine porta la sorella – ormai agonizzante – sulla spiaggia.
Alla folla che si raccoglie stupita intorno a lei, Jane – regredita definitivamente ai suoi anni da enfant prodige – regala un’ultima grottesca esibizione.

 

Le ali della libertà (The Shawshank Redemption, 1994)

Dopo una vita in carcere per un crimine commesso in gioventù, Red (Morgan Freeman) finalmente raggiunge l’amico Andy (Tim Robbins), col quale ha condiviso gli orrori e gli abusi del carcere di Shawshank.

 

Apocalypse Now (1979)

Non su una spiaggia di mare, ma sulla sabbia alla foce del fiume Nung in Vietnam, il tenente colonnello Bill Kilgore (Robert Duvall) ci regala una delle frasi più famose della storia del cinema.

 

I quattrocento colpi (Les Quatre Cents Coups, 1959)

Ringrazio il mio amico Carlo che mi ha ricordato questo bellissimo finale, che colpevolmente non avevo inserito nella prima versione dell’articolo.

Jean-Pierre Léaud è l’attore che ha rappresentato l’alter ego di Truffaut, che l’ha seguito dalla adolescenza all’età adulta in diversi film. Questo è il primo della serie, dove Léaud interpreta Antoine, un dodicenne trascurato dalla famiglia e incompreso dagli adulti.
Angosciato e ribelle, si comporta sempre peggio, sino a che finisce in riformatorio per aver rubato senza successo una macchina da scrivere, sperando col ricavato di fare un gita con l’amico René, e poter vedere per la prima volta il mare.
E’ durante una partita di pallone al riformatorio, che è collocato vicino al mare, che Antoine riesce a fuggire, e finalmente raggiungere la spiaggia tanto desiderata.
L’ultima sequenza, col fermo immagine sul viso di Antoine, interlocutorio ma aperto al futuro, ci dà speranza che il ragazzino riesca dopotutto ad andare avanti.

Tradotto letteralmente in italiano, il titolo non ha senso, anche se – appunto per la sua enigmaticità – colpisce la fantasia e la curiosità, e rimane impresso. In francese  faire les quatre cents coups corrisponde al nostro “farne di tutti i colori”.

 

Lezioni di piano (The Piano, 1993)

La pianista muta Ada McGrath (Holly Hunter) emigra in Nuova Zelanda per sposare il pioniere Alisdair Stewart (Sam Neill). Il vascello deposita Ada, il suo piano e la figlioletta sulla spiaggia per essere recuperate da Stewart, che però non arriva che il giorno successivo. Il piano non può essere trasportato e rimane sulla riva del mare. Ada si rivolge allora al socio del marito George Baines (Harvey Keitel) per tornare sulla spiaggia e poter suonare il suo adorato strumento.
Una trama insolita, forse non del tutto convincente, ma supportata da immagini veramente magnifiche e suggestive di un paese allora pressochè inesplorato.

 

Lo squalo (Jaws, 1975)

Beh, non poteva mancare…  Potete trovare una interessante analisi del film in questo articolo nel blog “L’ultimo spettacolo”.

 

Agente 007 – Licenza di uccidere (Dr. No, 1962)

Credo che Ursula Andress sia stata e continui ad essere “la” Bond girl. Guardatela uscire dalle onde canticchiando “Underneath the mango tree” e giudicate da voi.

 

Voglia di tenerezza (Terms of Endearment, 1983)

Aurora (Shirley McLaine) accetta la corte di Garrett (Jack Nicholson), un ex-astronauta alcolista, donnaiolo, ma affascinante. Un paio di curiosità: in questa scena è veramente Nicholson a guidare l’auto con un piede. Con questo film Nicholson vinse l’Oscar come miglior attore non protagonista, tuttavia il regista James Brooks aveva scritto la parte su misura di Burt Reynods, che però era impegnato con un altro film. Brooks si rivolse a Nicholson solo dopo che anche Harrison Ford e Paul Newman rifiutarono.

 

Da qui all’eternità (From Here to Eternity, 1953)

Questa scena di un passionale bacio tra Deborah Kerr e Burt Lancaster, sulla spiaggia illuminata dalla luna, ha fatto epoca.

 

Piace a troppi (Et Dieu… créa la femme, 1956)

L’orrenda versione italiana snatura completamente il significato del titolo originale. Questo film consacrò Brigitte Bardot come sex symbol internazionale, mettendo in risalto la sua bellezza sensuale, innocente e provocante allo stesso tempo, una vera novella Eva.

 

7 luglio 2017