Come qualunque mortale, anche i grandi attori hanno spesso talenti inaspettati e poco noti al pubblico. Comincio con questo articolo a esaminarne qualcuno, e vedrete che le sorprese non mancheranno!
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Hedy Lamarr – l’inventrice
Il suo vero nome era Hedwig Kiesler, era infatti austriaca, e solo in seguito venne naturalizzata cittadina statunitense. Oltre che per la straordinaria bellezza, è nota per essere stata la prima attrice in assoluto ad avere girato una scena completamente nuda.
Arrivata a Hollywood, venne però relegata a ruoli di secondo piano come attrice “esotica”, per quanto in pellicole con cast e registi di tutto rispetto (Clark Gable, Spencer Tracy, James Stewart, per citarne alcuni).
Tuttavia, il suo contributo più cospicuo lo diede come inventrice. La Lamarr era studentessa di ingegneria a Vienna, prima di lasciare il suo paese (con estremo e mai sopito dispiacere) a causa del nazismo, di cui fu sempre una fiera oppositrice.
Durante la seconda guerra mondiale fece amicizia con George Antheil, un compositore. All’epoca Hedy lavorava ad un sistema, basato su onde sonore, per neutralizzare i segnali radio emessi dal nemico tedesco per bloccare i segnali di telecontrollo degli ordigni. Il sistema codificava le informazioni su frequenze radio che venivano ricevute nello stesso ordine nel quale erano state trasmesse.
I due brevettarono il loro sistema con successo l’11 agosto 1942, ma per svariati motivi non venne mai adottato dalle forze armate statunitensi durante le operazioni belliche. La rivincita venne però più tardi, e il sistema è oggi alla base della tecnologia di trasmissione segnale detta “spread spectrum”, ampiamente usata nella telefonia cellulare e per far funzionare le reti wireless.
Humphrey Bogart – lo scacchista
Non occorre certo ricordare la figura di Bogart come attore, ma forse non tutti sanno che era un eccellente scacchista.
Nei primi anni ’30 giocava per soldi nei parchi di New York, dove – allora come ora – ci sono postazioni libere a disposizione degli scacchisti che si vogliono cimentare, sia tra conoscenti che con estranei.
I risultati più notevoli della sua carriera negli scacchi furono: una patta ottenuta in simultanea nel 1956 contro il Gran Maestro Samuel Reshevsky; e un match contro George Koltanowski, all’epoca detentore del record mondiale di partite alla cieca. In quest’ultima occasione Bogie dovette arrendersi al grande George, ma il fatto che potesse cimentarsi con campioni di tale levatura è indicativo.
Bogart fu anche arbitro per la USCF, ovvero la federazione scacchistica statunitense. Nel 1945 la rivista “Chess Review” lo presentò in copertina con la moglie Lauren Bacall, mentre gioca contro Charles Boyer sul set di “Confidential Agent”. Vicino alla Bacall è ritratto Herman Steiner, Maestro Internazionale di scacchi che negli anni ’40 fondò il circolo “Hollywood Chess Club”, di cui Bogart fece parte.
Chi ha buona memoria ricorderà che in “Casablanca” la prima scena in cui compare il protagonista Rick, interpretato da Bogart, questi è seduto davanti ad una scacchiera. Fu lo stesso attore a suggerire al regista Mike Curtiz l’inquadratura, in omaggio alla sua grande passione.
Omar Sharif – il giocatore di bridge
Il suo vero nome era Michel Dimitri Shalhoub, e ad onta dei ruoli da arabo che interpretò quasi sempre, e del fatto di essere egiziano di nascita, era di famiglia cattolica ortodossa. Fu nel 1955 che si convertì all’Islam, per poter sposare l’attrice Faten Hamama, e assunse in tale occasione il nome di Omar el-Sharif che adottò poi anche sullo schermo.
Iniziò la sua carriera cinematografica nel 1953, ma fu il suo ruolo in “Lawrence d’Arabia” (1962) che gli valse il riconoscimento internazionale, seguito da lì a poco dall’altrettanto famoso “Dottor Zivago” (1965). Personalità raffinata ed estremamente colto (parlava correntemente sei lingue), aveva però un carattere fiero e intransigente che lo portò più di una volta a dispute piuttosto serie.
Il bridge (un gioco estremamente complesso e cerebrale, spesso paragonato agli scacchi per l’impegno mentale che richiede) fu sempre la sua grande passione, e veniva considerato uno tra i più grandi giocatori al mondo, un riconoscimento non da poco.
Negli anni ’70 e ’80 pubblicò una colonna dedicata al gioco sul “Chicago Tribune”, e scrisse numerosi libri e saggi sull’argomento. Veniva regolarmente consultato da tutto il mondo per dare il suo parere su questioni controverse relative al gioco. C’è persino un video-game intitolato a lui, “Omar Sharif Bridge”.
2 dicembre 2017
2 dicembre 2017 at 14:06
Eccome se la ricordo la scena di bogie in Casablanca, con la mdp che muove dalla mano in su… modo di presentare i divi tipico della golden age… ricordavo bene anche la scacchiera, ma non sapevo fosse un vero giocatore, peraltro a quei livelli…
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