“Destino” è un cortometraggio animato, frutto dell’unica collaborazione tra il grande pittore surrealista Salvador Dalì, e Walt Disney.
Il progetto prese forma nel 1945, mentre Dalì risiedeva negli USA e si stava occupando delle scene oniriche di “Io ti salverò” (Spellbound) di Hitchcock: indimenticabili i panneggi ricoperti di occhi, che venivano tagliati da enormi forbici….

Pare che Disney rimase colpito proprio da quegli enormi occhi, e prese contatto con Dalì per proporgli, dopo il successo di “Fantasia”, un altro package-film (ovvero una pellicola composta di vari episodi di breve durata, senza dialoghi ma con solo commenti sonori). Dalì rispose favorevolmente, tanto da scrivere ad Andrè Breton: “Sono in contatto con tre grandi surrealisti americani: Marx Brothers, Cecil B. De Mille, e Walt Disney”.

Fu Disney a proporre il plot dell’episodio, ovvero la storia d’amore tra una ballerina e un giocatore di baseball. Dalì era invece per “una esposizione magica della vita nel labirinto del tempo, la ricerca del vero amore per trovare il proprio destino” (sembra uno degli interminabili titoli che talvolta il pittore amava dare ai suoi quadri… tipo “Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio” del 1944…).
I due trovarono un accordo, e la collaborazione iniziò nel gennaio del 1946. In brevissimo tempo il prolifico Dalì riempì gli studios di Disney di disegni, schizzi, quadri finiti, bozzetti. Insieme ad un collaboratore assegnatogli da Disney stese anche degli storyboards. Tuttavia, il progetto non decollò, e si arenò definitivamente quando la Disney dovette affrontare una seria crisi finanziaria.
Fu solo nel 2003 che Roy Disney, nipote di Walt, decise di portare a termine il progetto. Lui e il suo team dovettero affrontare innumerevoli difficoltà: gli storyboard non erano numerati, non tutto il materiale era reperibile, ma alla fine se ne venne a capo.
Il risultato è il video di circa sei minuti che trovate in questo articolo. Per quanto approssimativo, e ovviamente figlio di un progetto assai più articolato, è tuttavia estremamente interessante. Tutte le tematiche di Dalì vi sono incluse, ogni immagine si aggancia ad una delle metafore surrealiste che l’artista catalano tanto amava.
24 gennaio 2018
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