Gli storici fotografi dell’altrettanto storica agenzia Magnum hanno documentato con il loro impareggiabile occhio di artista questo cruciale evento dell’agosto 1944. Parliamo di gigante come Robert Capa, Henri Cartier-Bresson e George Rodger.
75 anni sembrano tanti, ma in realtà sono eventi storicamente assai recenti, e chiunque di noi vi si può immedesimare con facilità.
Il 19 agosto 1944 la Resistenza francese e le truppe alleate diedero inizio alla liberazione di Parigi, presto raggiunti dall’intera popolazione. “La strada per Parigi era aperta” ricordò più tardi Robert Capa “e tutti i parigini erano fuori per le strade, a toccare il primo carro armato, a baciare il primo soldato, a cantare e piangere.”


Nel 1939 Henri Cartier-Bresson era stato arruolato nell’esercito francese come caporale, inserito nella unità addetta alle foto e alle riprese. Fu però catturato dai tedeschi l’anno successivo, e passò 35 mesi in un campo di prigionia. Dopo due tentativi di evasione andati a vuoto, riuscì finalmente a fuggire. Nel 1943 andò a recuperare la sua Leica, che aveva nascosto in una fattoria vicino ai Vosgi, e documentò – non ufficialmente – l’occupazione nazista di Parigi prima, e la sua liberazione poi.

Robert Capa aveva trascorso gran parte del conflitto come fotografo per l’esercito statunitense, catturando immagini indimenticabili dello sbarco in Sicilia (vedi questo articolo del blog) e della guerra aerea. Aveva inoltre documentato il D-Day (vedi questo articolo del blog) e all’alba del 25 agosto 1944 si era infine riunito con la seconda divisione corazzata francese nella strada per Parigi. Stando alla sua testimonianza, la divisione venne accolta già nei sobborghi della città – dove Capa aveva abitato a lungo prima del conflitto – da quello che definì “un benvenuto delirante”.



“La prima fermata fu di fronte al Cafè de Dome a Montparnasse” ricordò Capa nelle sue memorie “e in men che non si dica un gruppo di ragazze scalò il carro armato e ci coprì di baci. Alle tracce di rossetto si mescolò presto il sangue, perché gli scontri iniziarono presso la Camera dei Deputati. Ma in tarda serata Parigi era libera.”
Nella notte, il generale Charles De Gaulle trasmise un discorso dall’Hotel de Ville, il Comune di Parigi, che fino a poco prima era stato occupato dal comando nazista.
“Parigi!” disse “Una Parigi oltraggiata. Una Parigi spezzata. Una Parigi martirizzata. Ma… una Parigi libera! Che si è liberata da sè, con l’aiuto delle armi francesi, con il supporto di tutta la Francia, la vera Francia, la Francia eterna.”


La liberazione di Parigi fu uno degli eventi più significativi dei capitoli finali del conflitto, e segnò il termine del regime collaborazionista di Vichy e la restaurazione della Repubblica francese. Ci sarebbero però voluti altri nove mesi prima che l’esercito nazista si arrendesse definitivamente. Credo che tutti noi dovremmo sempre tenere presente che un’Europa senza conflitti non è qualcosa di scontato, e che queste immagini ci richiamano ad eventi affatto lontani nel tempo. Vale la pena ricordare la visita di Hitler nella Parigi appena occupata dalle sue truppe, documentata in modo molto interessante dal suo ministro Albert Speer (vedi questo articolo del blog).
Per altre storie di foto e fotografi, vedi la pagina Fotografia.

Luisa Fezzardini, 26 agosto 2019
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