Roma, 7 giugno 1959. Pausa durante la lavorazione de “La Dolce Vita”, un film che sarebbe diventato uno spartiacque nella storia del cinema internazionale (fonte: Archivio Farabola).
Da sinistra: gli attori Marcello Mastroianni, Anouk Aimée e Luise Rainer, il regista Federico Fellini e le attrici Anita Ekberg e Yvonne Furneaux. Mi ha molto colpito la signorilità negli atteggiamenti di tutti i presenti: non costruita, anzi, molto naturale. Sono semplicemente delle persone che si stanno bevendo qualcosa a un tavolino, non stanno posando per una foto ricordo. La postura di tutti, in specie delle signore, è elegante e contenuta. Non ci siamo più abituati, e forse – con il dovuto rispetto per le tante conquiste sociali intervenute nel frattempo – in quel senso abbiamo perso qualcosa.
Luisa Fezzardini, 14 luglio 2020
14 luglio 2020 at 13:28
Verissimo. Brava un’ottimo spunto. La cosa interessante è poi che il film destò un grande scandalo, né poteva essere diversamente perché era una sberla in faccia a una società che si era costruita tante maschere che, ahimè, sono poi diventate DNA per il nostro essere oggi. Invece chi queste maschere le ha evidenziate allora aveva lo sguardo puro di persone, regista e attori, che sapevano rispondere a una vocazione artistica veramente artistica e volare alto e oltre.
Persone che sapevano interpretare il loro lavoro con passione intelligenza ed eleganza. Doti oggi, ahimè, perdute. Del resto anche il cinema oggi, specchio di noi stessi, non può che fare, appunto, lo specchio. E le immagini che sembrerebbero deformate, non illudiamoci, sono tristemente e crudamente reali.
"Mi piace"Piace a 1 persona