“Ma che cosa vi credete di essere, vacca troia? Pazzi? Davvero? Invece no! E invece no! Voi non siete più pazzi della media dei coglioni che vanno in giro per la strada, ve lo dico io!” Oggi, nel 1975, usciva “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, regia di Milos Forman, con un Jack Nicholson in stato di grazia. Fece strage di Oscar, ma il suo merito migliore è l’aver portato alla ribalta e denunciato le condizioni spesso inumane con cui venivano trattati i pazienti degli ospedali psichiatrici (che in slang venivano appunto detti “il nido del cuculo”).
L’irruzione di un elemento estraneo, Randy (Nicholson), che si finge pazzo per sfuggire al carcere, romperà gli insani e precari equilibri creatisi nel reparto. Nonostante l’ambientazione tutt’altro che leggera e il finale drammatico, non si può fare a meno di ricordare questa pellicola con piacere e ammirazione per la fierezza del protagonista, che ha il coraggio di ribellarsi e di infondere fiducia in se stessi nei ricoverati.

Luisa Fezzardini, 12 marzo 2021
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