Oggi 11 aprile, nel 1952 usciva “Singin’ in the rain”, uno dei musical più famosi di sempre. La concezione era completamente nuova rispetto ai musical “alla Judy Garland” in voga fino a quel momento. La celeberrima sequenza con Gene Kelly che danza sotto l’acquazzone è diventata un pezzo di storia del cinema; testimone della professionalità e tenacia dell’attore/coreografo/ballerino il fatto che la girò con oltre 39 di febbre (fu lui a insistere, per non causare ritardi nella produzione).
Incredibilmente, il film prese solo due nomination e nemmeno un Oscar, ma nel tempo è diventato una pellicola di culto. In tempi assai recenti il regista di “La la land” Damien Chazelle ha affermato di aver visionato “Singin’ in the rain” più volte per ispirarsi, e nel suo film vi sono espliciti omaggi alle sue incredibili coreografie.
Oltre al geniale Gene Kelly è doveroso ricordare gli altri due protagonisti principali: una giovanissima Debbie Reyolds (allora solo diciannovenne e che sarebbe in seguito diventata madre di Carrie Fisher, la principessa Leila di “Guerre stellari”) e il bravissimo Donald O’Connor, che interpretò da solo la sua scena principale “Make ‘em laugh” ed è stato l’unico dei tre a vincere il Golden Globe come Miglior attore in un film commedia o musicale per questa pellicola. A riprova delle estenuanti prove che i difficilissimi numeri di danza richiedevano, la Reynolds dichiarò in seguito che ogni sera le sanguinavano i piedi.
Non ci resta che goderci una volta di più la scena più famosa del film, talmente iconica che anche un regista di segno diametralmente opposto come Stanley Kubrick inserì la canzone nel suo celeberrimo “Arancia Meccanica” per creare un terribile, surreale contrasto con una scena particolarmente violenta.
Luisa Fezzardini, 11 aprile 2022
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