Una rara foto di Charlie Chaplin mentre suona il violoncello, 1915.
Fosco Maraini è stato tante cose, ma è principalmente ricordato come fotografo. Nacque a Firenze nel 1912 da un padre scultore e da una madre anglo-ungherese, e con origini simili non poteva che sviluppare uno spiccato senso artistico e una altrettanto spiccata curiosità intellettuale.
Affascinato dall’Estremo Oriente, si imbarcò 22enne sull’Amerigo Vespucci, la celebre nave-scuola della Marina Militare, in qualità di insegnante di inglese.
Continua a leggere “Fosco Maraini – Coloniali”nella foto: Roman Polanski e Sharon Tate
10050 Cielo Drive è tristemente famoso. A distanza di oltre cinquant’anni, l’eccidio avvenuto a quel fatale indirizzo, che ebbe eco internazionale, ancora popola le cronache nere dello scorso e del presente secolo.
Per spiegare cosa avvenne, occorre prima profilare gli assassini.
Continua a leggere “10050 Cielo Drive e il fascino del “What if?””Nel 2019 Antonietta Dore, la maestra della 4a E della scuola elementare Pertini di Sassari, ha ideato un originale progetto didattico: ha proposto ai suoi alunni di impersonare dodici personaggi che a vario titolo sono stati protagonisti del ‘900, un secolo che i suoi alunni non hanno ovviamente vissuto in prima persona.
Con l’aiuto del fotografo Alessandro Zoppi, che ha saputo tradurre l’idea – già ottima in sé – in immagini veramente calzanti, i bambini hanno quindi realizzato il calendario 2020. L’iniziativa ha avuto un successo ben superiore alle aspettative: del calendario dei bambini si è parlato prima in Sardegna e poi in tutta Italia e ciò ha avuto anche un risvolto pratico molto positivo, dato che il ricavato della vendita è stato interamente devoluto alla Clinica Pediatrica di Sassari.
Continua a leggere “Il calendario più bello del 2020”Esattamente 107 anni fa, il 6 maggio 1915, nasceva uno dei più grandi registi della storia del Cinema. Un artista, un visionario, un genio che seppe rivoluzionare questa forma d’arte, introducendo tante e tali innovazioni narrative e tecniche da non potersi contare.
Un uomo che, a soli 25 anni, realizzò un film unico, un capolavoro senza tempo e senza paragoni, “Quarto potere”.
107 anni fa nasceva 𝗢𝗿𝘀𝗼𝗻 𝗪𝗲𝗹𝗹𝗲𝘀.
𝘓𝘶𝘪𝘴𝘢 𝘍𝘦𝘻𝘻𝘢𝘳𝘥𝘪𝘯𝘪, 6 𝘮𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰 2022

Era forse destino che Auguste e Louis Lumière dovessero rivoluzionare la storia dei mezzi di comunicazione: laureati rispettivamente in chimica e fisica e figli di un fotografo e industriale della fotografia, fra il 1885 e il 1912 i due celebri fratelli depositarono ben 89 brevetti, la maggior parte dei quali relativi alla fotografia e le sue varie applicazioni. (segue)
Continua a leggere “I fratelli Lumière e la maglia”Oggi 11 aprile, nel 1952 usciva “Singin’ in the rain”, uno dei musical più famosi di sempre. La concezione era completamente nuova rispetto ai musical “alla Judy Garland” in voga fino a quel momento. La celeberrima sequenza con Gene Kelly che danza sotto l’acquazzone è diventata un pezzo di storia del cinema; testimone della professionalità e tenacia dell’attore/coreografo/ballerino il fatto che la girò con oltre 39 di febbre (fu lui a insistere, per non causare ritardi nella produzione).
Incredibilmente, il film prese solo due nomination e nemmeno un Oscar, ma nel tempo è diventato una pellicola di culto. In tempi assai recenti il regista di “La la land” Damien Chazelle ha affermato di aver visionato “Singin’ in the rain” più volte per ispirarsi, e nel suo film vi sono espliciti omaggi alle sue incredibili coreografie.
Oltre al geniale Gene Kelly è doveroso ricordare gli altri due protagonisti principali: una giovanissima Debbie Reyolds (allora solo diciannovenne e che sarebbe in seguito diventata madre di Carrie Fisher, la principessa Leila di “Guerre stellari”) e il bravissimo Donald O’Connor, che interpretò da solo la sua scena principale “Make ‘em laugh” ed è stato l’unico dei tre a vincere il Golden Globe come Miglior attore in un film commedia o musicale per questa pellicola. A riprova delle estenuanti prove che i difficilissimi numeri di danza richiedevano, la Reynolds dichiarò in seguito che ogni sera le sanguinavano i piedi.
Non ci resta che goderci una volta di più la scena più famosa del film, talmente iconica che anche un regista di segno diametralmente opposto come Stanley Kubrick inserì la canzone nel suo celeberrimo “Arancia Meccanica” per creare un terribile, surreale contrasto con una scena particolarmente violenta.
Luisa Fezzardini, 11 aprile 2022