1962, foto a quattro che passavano così per caso. Da sinistra, Rock Hudson, Cary Grant, Marlon Brando, Gregory Peck.
1982: Massimo Troisi, Renzo Arbore, Roberto Benigni, Maurizio Nichetti, Lello Arena, Carlo Verdone
Nella foto, gli schiavi morti in battaglia dopo lo scontro con l’esercito romano. Il regista Stanley Kubrik, noto per la sua pignoleria, aveva fatto disporre le comparse con un ordine preciso, e ognuno aveva un suo numero e un foglietto con le istruzioni per… fare il cadavere.
Spartacus (1960) è noto per essere un cosiddetto “kolossal”, una di quelle produzioni hollywodiane ricche di grandi scene di massa, con plot basati perlopiù su narrazioni epiche o biblico-storiche. Dello stesso filone è Ben Hur, perché il mondo dell’antica Roma (termine quanto mai elastico, che assomma mille anni di storia e Roma repubblicana e imperiale nello stesso calderone) era Continua a leggere “Spartacus, storia di un kolossal”
(nella foto sopra: Cary Grant a Parigi nel 1956)
Unanimemente considerato un autentico gentleman, dentro e fuori dal set, Cary Grant (nome d’arte di Archibald Alexander Leach) iniziò la sua carriera in modo assai modesto, come attore di music-hall, funambolo e altri ruoli di intrattenimento popolare.
Nel precedente articoletto targato “Being cool” e dedicato a Sean Connery (questo il link) ho definito il termine come la prerogativa di essere sempre a proprio agio in qualsiasi circostanza: qualità Continua a leggere “Being cool – Cary Grant”
Paul Newman e Robert Redford giocano a ping pong in una pausa delle riprese di Butch Cassidy (Butch Cassidy and the Sundance Kid, 1969).
Marcello Mastroianni si accende una sigaretta; sullo sfondo, il Duomo di Milano, luglio 1960.
La discriminazione è una brutta bestia, che spesso si nasconde tra le pieghe della vita di tutti i giorni, e a volte nemmeno troppo bene.
La lettura è stata sempre una delle mie grandi passioni, e mi è sovente capitato di notare rigurgiti di razzismo, antisemitismo, discriminazioni di altro tipo in testi per altri versi più che validi – a volte anche in autentici classici della letteratura. Questi casi mi fanno pensare ad un magnifico roseto, con i fiori che ci regalano colori e profumi incantevoli, ma dove le spine sono in agguato, pronte a pungerci in malo modo.
Ho trovato in due autori di tutto rispetto delle chiare note di antisemitismo, che mi hanno fatto riflettere.
Continua a leggere “Antisemitismo occulto”Nel giorno del suo compleanno, un piccolo ricordo del grande Alfred Hitchcock.
Coltelli
Jeanne Moreau non è mai stata una bellezza nel senso che comunemente si dà al termine. Minuta, non alta, e con un viso dai tratti irregolari, caratterizzato già in età giovanile da guance leggermente cascanti.
Eppure, il fascino che sprigionava era tale da surclassare ampiamente donne molto più attraenti.